sabato 9 giugno 2012

SIAMO TUTTI CT: CONSIDERAZIONI IN ORDINE SPARSO

All'indomani della sconfitta per 3 a 0 subita dall'Italia contro la Russia lo scorso 1 giugno in occasione dell'ultimo test amichevole prima dell'esordio a Euro 2012 il ct azzurro Cesare Prandelli, complice anche una problematica situazione legata agli infortuni, ha deciso di modificare l'assetto tattico della sua Nazionale annunciando di voler accantonare il modulo 4-3-1-2 in favore del 3-5-2, con l'arretramento di Daniele De Rossi in difesa (ruolo che il romanista, sotto la guida di Luis Enrique, nel corso della stagione appena conclusa ha ricoperto in più di un'occasione).
 

Questo annuncio ha destato parecchio stupore e non poche perplessità presso l'opinione pubblica e la maggioranza degli opinionisti e degli addetti ai lavori, dato che, sin dal momento del suo insediamento, avvenuto dopo il disastroso Mondiale di due anni fa, Cesare Prandelli sembrava avere in mente un preciso disegno, che ha coerentemente portato avanti per tutto l'arco delle qualificazioni a Euro 2012.

Siamo dunque di fronte ad un azzardo, ad una manifestazione di incoerenza di apparentemente difficile spiegazione e comprensione?

A mio avviso no.

Alcune importanti defezioni nel reparto difensivo (Barzagli su tutti), il pessimo stato di forma di un giocatore che nei piani del ct doveva essere una pedina importante fungendo da trequartista atipico che opera tra le linee (ovvero Montolivo, protagonista di campionato a dir poco travagliato con la Viola) e una condizione fisica generale che non appare ottimale sono elementi che hanno costretto il tecnico di Orzinuovi a prendere atto del fatto che occorreva apportare dei correttivi.


E in questo senso l'idea di provare ad affidarsi al 3-5-2, dopo un'attenta analisi, appare meno azzardata rispetto a quanto poteva sembrare di primo acchito.

Perchè, se da un lato è vero che in questi due anni è un modulo che in Nazionale non è mai stato utilizzato, dall'altro si tratta del modulo che ha condotto la Juventus alla cavalcata finale verso la vittoria dello scudetto (Juventus da cui la nazionale ha attinto in modo consistente) e che, probabili formazioni alla mano, è quello attualmente adottato da ben sette giocatori dell'undici titolare nella loro squadra di club (Buffon, Chiellini, Bonucci, Maggio, Marchisio, Pirlo, Giaccherini).

Anzi, il passaggio al 3-5-2 potrebbe giovare ad un giocatore come Maggio che, pur disputando buone prove con la maglia azzurra, nel contesto di una difesa a quattro non è quasi mai apparso incisivo e devastante come con la maglia del Napoli.


Piuttosto, quello che desta perplessità, almeno secondo me, è il probabile inserimento di Thiago Motta nei tre centrali di centrocampo al posto di Nocerino, elemento in grado di garantire maggiore intensità e sostanza in fase difensiva e reduce da un'annata decisamente sopra le righe con la maglia del Milan.


In chiusura mi lascio infine andare ad alcune considerazioni di tenore generale sull'Italia, prendendomi il rischio di vedere le stesse clamorosamente smentite dai fatti (rischio che chi vuole scrivere di sport non può non assumersi).

Personalmente sono piuttosto pessimista circa la possibilità di un cammino positivo e soprattutto lungo da parte degli azzurri.
E questo non perchè i giocatori che compongono la rosa siano qualitativamente mediocri.
Prendendoli in esame uno per uno probabilmente si arriverebbe alla conclusione che, a livello di qualità globale, le squadre che sulla carta possono essere considerate oggettivamente superiori all'Italia sono tre, ovvero Spagna, Germania e Olanda.

Il punto è che, a differenza ad esempio della Nazionale che vinse il Mondiale del 2006, questi giocatori danno l'idea di non essere una squadra, di non essere un gruppo solido e granitico in grado di far fronte, grazie al carattere e a una forte tenuta mentale, alle pressioni e alla tempesta mediatica che gravitano intorno all'Italia.
Al di là del valore dei singoli è una compagine che dà l'impressione, nel suo complesso, di essere psicologicamente fragile e con una scarsa autostima, poco convinta dei suoi mezzi.


Ovviamente come sempre sarà il campo ad emettere i suoi verdetti, dicendoci se le tutte le elucubrazioni della vigilia corrispondono o meno a verità.

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