domenica 17 giugno 2012

MA IL BISCOTTO E' PROPRIO COSI' BUONO?

Un paio di settimane fa, per la precisione il 25 maggio, a qualche giorno dall'inizio del ritiro della Nazionale azzurra in vista di Euro 2012 e con il mondo dell'informazione sportiva nostrana monopolizzato dalle notizie circa i possibili sviluppi della vicenda giudiziaria legata al calcioscommesse, Gianluigi Buffon (capitano e uomo simbolo, per carisma e personalità, della squadra allenata da Cesare Prandelli) dichiarò tra le altre cose quanto segue:
«Se a due squadre va bene il pareggio, possono anche pareggiare. Sono affari loro. Alcune volte, se uno ci pensa bene, che cosa devi fare? Meglio due feriti che un morto. È chiaro che le squadre le partite se le giocano. Ma ogni tanto anche qualche conto è giustificato farlo»

Ovviamente con le sue parole Buffon non intendeva in alcun modo giustificare la compravendita illegale degli incontri ma bensì evidenziare che, a suo dire, nel caso si fronteggino due squadre che lottano per il raggiungimento di un importante obiettivo stagionale e che un determinato esito al termine dell'incontro (come ad esempio un pareggio) coincida per entrambe con l'ottenimento dello stesso è quasi fisiologico che sul campo possa avvenire un implicito "patto di non belligeranza" tra le due squadre (o, volendo usare un'espressione più neutra, che l'impegno e lo sforzo profuso per conseguire una vittoria non sia massimo), senza che vi sia stata alcuna trattativa, nessun aggiustamento o nessun flusso illecito di denaro.


Come era prevedibile le dichiarazioni di Buffon hanno immediatamente sollevato un gran clamore.

I suoi detrattori lo accusano di promuovere pubblicamente comportamenti antisportivi, mentre chi lo difende sostiene che Buffon ha semplicemente detto con molta schiettezza e sincerità quello che tutti sanno e pensano ma che non hanno il coraggio di sostenere apertamente, tacciando di moralismo chi lo critica.

Curiosamente, in virtù dell'esito delle prime due giornate del girone C di Euro 2012 (quello nel quale sono inclusi gli azzurri), la questione è tornata prepotentemente alla ribalta nel giro di pochissimo tempo.Un pareggio per 2 a 2 tra Spagna e Croazia renderebbe infatti inutile un'eventuale vittoria dell'Italia ai danni dell'Irlanda di Trapattoni, condannandola ugualmente ad una prematura eliminazione.


L'intervista rilasciata a caldo da Buffon nell'immediato post partita di Italia-Croazia (terminata 1 a 1), dove, rispondendo ad una domanda in merito ad un possibile pareggio tra Spagna e Croazia ha detto
«La Spagna è la favorita e la più forte di tutte, ha dei giocatori con un pedigree che non permette l'etichetta di antisportività e di far ridere l'Europa.»
non è passata inosservata, facendo sì che in molti ora lo accusino di incoerenza.

Premessa.

Chi scrive ha la massima stima di Gianluigi Buffon, reputandolo un campione sul rettangolo di gioco e una persona non banale che ha il pregio di non sottrarsi alle domande scomode fuori dal campo.
Quanto segue non ha nulla a che vedere con valutazioni o giudizi di natura tecnica o umana.
Si tratta semplicemente di considerazioni legate ai concetti sostenuti da Buffon in questa specifica circostanza.

Molto spesso, per sottolineare la mentalità vincente che contraddistingue un grande campione, di lui si dice che non ci sta a perdere nemmeno quando si gioca a carte in ritiro.
Quello che in molti (me compreso) si aspettano da chi pratica sport, a qualunque livello, è uno spirito, un atteggiamento, una forma mentis di questo tipo.
Da un punto di vista squisitamente utilitaristico poi la cautela e la prudenza per un giocatore dovrebbero essere d'obbligo, dal momento che chiunque, nel corso della propria carriera agonistica, può ritrovarsi nella scomoda condizione di non essere padrone del proprio destino e di dover dipendere dai risultati di altri.

Senza contare infine la cosa più importante, ovvero il rispetto del pubblico che (nelle forme più disparate) paga nella speranza di assistere ad un evento nel quale tutti gli attori partecipanti si impegnano al massimo delle loro possibilità.

Ecco perchè sono dell'idea che in questo specifico caso le parole di Buffon siano rivedibili (senza che questo, lo ribadisco con forza, infici minimamente il giudizio complessivo su di lui come calciatore e come uomo).

E verso chi definisce quella che auspica una ricerca costante della vittoria a prescindere da ogni tipo di calcolo o di convenienza contingente una visione ingenua e utopistica mi piace ribattere con l'esempio offerto dallo sport di matrice anglosassone, ed in particolar modo con quello degli sport americani (dove capita frequentemente che a fine stagione squadre ormai fuori dalla lotta per un posto nella griglia playoff e che quindi avrebbero tutto l'interesse a perdere il maggior numero di partite possibile per avere maggiori probabilità di ottenere una scelta alta al draft si impegnino ottenendo vittorie che sulla carta potrebbero sembrare non solo inutili ma addirittura dannose).


Ieri, attraverso il suo profilo Facebook, Buffon ha espresso tutta la sua insofferenza circa la morbosità e l'insistenza con la quale si sta tirando in ballo l'ipotesi di un pareggio per 2 a 2 tacitamente concordato tra Spagna e Croazia:

«Mamma mia... sic transit gloria mundi... è da due giorni che si parla solo ed esclusivamente di “biscotto”, biscotto di qua, biscotto di là, biscotto di su, biscotto di giù... come se avessimo già vinto la partita con l'Irlanda, come se gli altri non avessero il sacrosanto diritto di sentirsi offesi da tali illazioni, che appartengono solo ed esclusivamente a noi (...)»
«(...) Pensiamo a noi e cerchiamo di vincere, il resto è aria fritta, discorsi da bar, congetture da mediocri, argomentazioni da perdenti...»
Totalmente in sintonia con lui.

E poichè anche io ritengo che sia un errore pensare di aver già incamerato i tre punti contro l'Irlanda di Trapattoni ancor prima di giocare auspico che il ct Cesare Prandelli nelle prossime ore faccia un po' di chiarezza su moduli e formazione, dato che al riguardo all'interno dello staff azzurro sembra regnare un po' di confusione.

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